Lo sapevate? Macelleria da Mauro organizza anche corsi di smart-barbecue, cioè, invece di venire alla Barbecue House, li facciamo a casa vostra. Come lo smart-working, ma più buono. Sapevatelo.
Ecco un bel resoconto dell'ultimo corso, tenutosi lo scorso fine settimana in quel di Torino.
Innanzitutto, abbiamo cominciato con un bel tirassegno alle bottiglie di vino, in stile wild wild west. Spoiler, le abbiamo seccate tutte. Perché si sa, quando si vuole mangiare bene è importantissimo anche bere bene. Un buon vino è in grado di esaltare il sapore e le caratteristiche della carne, e viceversa. Per questo abbiamo provato tante bottiglie. Volevamo proprio essere sicuri di ciò che versavamo nel bicchiere.
Questa è una fotografia di tutti i partecipanti, scattata prima dell'inizio del corso. È una testimonianza importante, perché poi la confronteremo con una fotografia scattata alla fine del corso. Giusto così, per vedere le differenze e capire in che stato siamo arrivati alla fine della giornata. Utilizzeremo il metodo della comparazione diretta. È stata scattata in stile "green-grass", uno stile fotografico nato nel Midwest americano, cugino diretto dello stile musicale Blue-grass, note country, legate alla terra ed ai valori semplici. Lo stile green-grass si riconosce facilmente dal fatto che il prato (ma vale anche per la terra battuta o l'asfalto) occupa buona parte dell'inquadratura, con una presenza preponderate e decisa, che conferisce stabilità alla composizione. Chi l'ha scattata è maestro.
Dopo la foto di gruppo, Mauro ha attaccato con il suo spiegone. Una lectio magistralis sulla carne; sui tagli minori che, a discapito di questo appellativo sminuente, offrono un sapore ed una consistenza meravigliosi, soprattutto se cucinati a regola d'arte; sui tempi di cottura; sull'importanza di usare gli strumenti giusti; ecc. ecc. Insomma, sono stati affrontati, mentre si cucinava, tanti argomenti davvero interessanti. Tutti i partecipanti, hanno partecipato... altrimenti li avremmo chiamati spettatori.
Come un moderno gladiatore, Mauro, ha esordito dicendo: "Verrà il giorno in cui brucerete una bistecca sulla piastra, ma non è questo il giorno" [cit.]
NB: Se state pensando di organizzare un corso di Smart-barbecue presso il vostro domicilio, considerate anche le interessanti opzioni aggiuntive! Ad esempio, per soli 200€ in più, Mauro cucinerà e farà i suoi spiegoni ignudo, vestito del solo grembiulino. :-D
È giunto il momento di entrare nel vivo dell'azione. Dopo una fase preparatoria, in cui si ripercorrono e si svelano tutti i segreti per una cottura perfetta, si passa alla piastra. E l'aria viene pervasa da un magico suono di squisitezza sfrigolante, che farebbe venire l'acquolina in bocca a mille metri di distanza anche ad un bassotto a pelo ruvido (vedi sotto), e di aromi, ma che dico aromi?, fragranze succulente e profumi meravigliosi. Le papille gustative dei partecipanti, stimolate da quelle olfattive, si preparano a scoprire sapori straordinariamente ben bilanciati e consistenze perfette.
Dopo la cottura, si sa, viene il momento di farla a fette. La bistecca, intendo. Mica la si mangia intiera. Ed è qui, proprio in questo momento, che ci si accorge di aver fatto un ottimo lavoro. Un lavorone. Ma sì, diciamo le cose come stanno: un lavoro impeccabile, santi numi. La consistenza, la facilità con cui scorre la lama, la reazione i Mailard (che Mauro mi ha spiegato che cos'è, ma non mi ha detto come si scrive... morale della favola, la reazione di Mailard è quando si crea una croccante crosticina attorno alla bistecca), il colore della carne che, ne sono sicuro, non rende bene attraverso lo schermo di uno smartphone o, peggio, del computer Toshiba che usate in ufficio. Tutto. È. Perfetto.
"Mo ce la mangiamo!", direte voi. Calma giovani, calma. C'è ancora l'impiattamento. "Impiattamento" è una di quelle parole che il mio correttore word si rifiuta di riconoscere. Da sempre e per sempre.
Una di quelle parole che nessuno aveva mai sentito prima, ma poi arrivano Cracco e Barbieri su Sky, con i loro accenti marcati ed i loro completini eccentrici, e diventa la chiave di volta della cucina italiana. Impiattare, impiattato, impiattamento. Come resilienza.
Ma non perdiamoci in un bicchiere d'acqua, che con la carne ci sta bene il vino. Dicevamo: spiegone, preparazione, cottura, farla a fette, impiattare. È giunto il momento di mangiare.
Solo che al momento di mangiare, per l'appunto, mangiavano tutti e nessuno ha avuto la brillante idea di scattare una foto che fosse una.
Manco sfocata, manco in stile green-grass tutto prato e uno che inforchetta la bistecca nell'angolino in alto a destra del riquadro.
Ed è esattamente per tale motivo che in questa sezione di questo resoconto, mentre tutti mangiano e dovrebbe esserci l'immagine di un felice convivio, c'è la foto di un bassotto a pelo ruvido che, tra l'altro, non era di nessuno dei partecipanti: passava di lì e, visto il profumino, ha deciso di trascorrere qualche momento in compagnia dell'allegra combriccola.
Come promesso, per dovere comparativo, ecco la foto del dopo barbecue. Confrontatela pure minuziosamente con quella di inizio barbecue, non troverete differenze, sono identiche. Perché quando si mangia e si beve bene, quando la carne è cucinata a regola d'arte, poi non si è appesantiti, ma leggeri e freschi come quando ci si è seduti a tavola. Sapevatelo.